Per diventare un leader digitale mondiale, anche i legislatori e chi regolamenta la moneta in Europa sono in procinto di attuare scelte volte ed evitare la dipendenza dalle infrastrutture tecnologiche delle potenze americane e asiatiache.
Primo punto di discussione all’ordine del giorno sono le stablecoin: ma cosa sono?
Le stablecoin sono criptovalute il cui prezzo è progettato per essere agganciato a una criptovaluta, moneta fiat o a materie prime scambiate in borsa (come metalli preziosi o metalli industriali). Queste possono essere emesse in maniera privata con la possibilità di diffondersi a livello mondiale e di diventare importanti sotto un punto di vista sistemico, ribaltando le gerarchie dei sistemi finanziari più classici: è quindi questo il motivo per cui sono sorte perplessità e preoccupazioni sulla stabilità finanziaria e la regolare politica monetaria.
Basti pensare che negli Stati Uniti le principali stablecoin sono già ancorate al dollaro statunitense, mentre in Europa si è indietro anni luce. Ogni giorno, oltre 100 miliardi di dollari vengono trasferiti digitalmente attraverso protocolli come Tether (USDT) o USD Coin (USDC), il volume giornaliero delle transazioni equivalenti in euro è vicino allo zero.
Il regolamento che si occupa di fare chiarezza sui mercati dei crypto asset dell’Unione Europea ha l’obiettivo di diventare un quadro normativo completo per i crypto asset, tra cui le stablecoin. Ad oggi però non vi sono certezze e i governi europei discutono presso il Parlamento di Bruxelles per trovare una soluzione: emettere stablecoin in Europa potrebbe richiedere una licenza bancaria e sarebbe sicuramente un processo molto costoso, situazione che favorirebbe gli operatori finanziari già consolidati tra cui le grandi banche e i colossi tecnologici.
Tuttavia, nel caso in cui si decidesse di andare in questa direzione, anche le aziende e cittadini presenti sul territorio UE vorranno utilizzare questa nuova crypto, sia per una questione di privacy sia per rimanere al passo con la concorrenza.
La rilevanza globale dell’euro dipenderà dall’approccio alle stablecoin?
Essenzialmente, i progetti di stablecoin di oggi agevolano la dollarizzazione globale dell’ecosistema blockchain, distribuendo fluidamente e senza attriti la valuta statunitense in tutto il mondo. Lo stesso potrebbe essere realizzato con un euro digitale diffuso, ovviamente se solo riuscissimo a farlo partire.
Per raggiungere una struttura solida a livello mondiale, l’economia digitale del futuro dovrà obbligatoriamente basarsi un’ampia scala di modelli commerciali e casi d’uso: i sistemi e le soluzioni di pagamento dovranno essere molteplici e messi a disposizione coinvolgendo valute digitali complementari. Non solo quindi prendere atto dell’importanza dell’euro digitale, ma anche la necessità di diverse tipologie di euro digitale. Banalmente, si avrà la necessità di una Banca Centrale, ma anche stablecoin separate basate sull’euro e altre modalità.
Promuovere l’innovazione europea incoraggiando diversità e parità di condizioni: è la strada giusta?
C’è bisogno di un ecosistema digitale diversificato e competitivo: questo consentirà la crescita di soluzioni in loco in grado di fronteggiare i giganti e le new entry globali. Sarà fondamentale costruire condizioni vantaggiose e paritarie, invece di soluzioni più complicate e penalizzanti, così da non aumentare ancora di più il gap tra i colossi tecnici-finanziari.
L’UE si trova ad un bivio: deve essere un polo di attrazione per le valute digitali e deve supportare soluzioni di euro digitale diversificate per mantenere la sua importanza come potenza geopolitica: sta solo a lei decidere se aprirsi verso nuovi orizzonti oppure lasciare questa fetta di mercato al suo esterno.