Pavel Durov, il fondatore di Telegram arrestato a Parigi, non sta a guardare e contrattacca. E intanto TON vola sul mercato.
Ha fatto parecchio rumore – e non poteva essere altrimenti – l’arresto a Parigi di Pavel Durov. Il fondatore di Telegram è stato fermato il 24 agosto all’aeroporto Le Bourget in arrivo dall’Azerbaigian insieme alla compagna Yulia Vavilova.
L’imprenditore nativo di Leningrado, che ha fondato anche il social network russo VK, è accusato di numerosi reati legati a Telegram. Il fondatore della piattaforma di messaggistica – gestita insieme al fratello Nikolaj – ha ottenuto la libertà condizionale dopo aver versato una cauzione di cinque milioni di euro.
Oltre a non poter lasciare la Francia, Durov dovrà però presentarsi a una stazione di polizia due volte a settimana. Il 39enne, per nulla intenzionato a incassare passivamente le accuse che gli vengono rivolte, non ha perso occasione per passare al contrattacco. Nel frattempo TON, la criptovaluta legata a Telegram, vola sul mercato.
Nel primo messaggio rilasciato dopo l’arresto subito dalle autorità francesi, Pavel Durov ha respinto con durezza l’accusa che Telegram sia una sorta di «paradiso anarchico». L’imprenditore classe 1984 (compirà quarant’anni a ottobre) ha definito «assolutamente false» affermazioni come queste. Allo stesso tempo però ha dovuto ammettere che l’aumento degli utenti di Telegram «ha reso più facile per i criminali abusare della piattaforma».
Tuttavia, ha aggiunto Durov, accusare un amministratore delegato «di crimini commessi da terzi» sarebbe un «approccio sbagliato». Nel suo lungo messaggio, il giovane imprenditore russo ha riconosciuto che il boom di utenti – attualmente sono circa 950 milioni in tutto il mondo – è causa di «disagi crescenti che rendono più facile per i criminali abusare della nostra piattaforma».
Per questo motivo, Durov assicura il suo impegno personale per garantire che che le cose possano migliorare. Maggiori dettagli su un problema che lo sta impegnando «dall’interno», ha garantito l’imprenditore social, saranno resi noti in futuro. Come ha spiegato qualche giorno fa a La Verità l’esperto Pierguido Iezzi, Telegram è una sorta di «sacro Graal dell’intelligence». Da anni la piattaforma viene usata per attività illecite legate al crimine organizzato, da cybercriminali, per riciclare denaro e anche per diffondere la pedopornografia.
Ma a far scattare Parigi sarebbe stato soprattutto il fatto che adesso su Telegram passano comunicazioni crittografate che la Francia ritiene una minaccia per la sua sicurezza. Come ad esempio le comunicazioni tra i militanti di Hezbollah in Libano e in Iraq. Per non parlare di Africa Corps, la ex Wagner russa che negli ultimi anni ha moltiplicato la sua presenza in quella che un tempo veniva chiamata Francafrique.
Questioni complesse, come si può vedere, che chiamano in causa la geopolitica. Intanto, mentre non cessa l’eco dell’arresto di Durov, la criptomoneta della piattaforma (TON) è tornata a ruggire. Nelle ultime ore TON ha fatto registrare un +7% sul mercato crypto.
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