C’è grande attesa per la prima bozza della manovra di Bilancio 2025. Vediamo che cosa potrebbe cambiare sul fronte delle pensioni.
Settembre è arrivato, le vacanze sono finite ed è tempo di rimettersi al lavoro. Anche per il Governo di Giorgia Meloni che, a breve, dovrà presentare la prima bozza della prossima manovra di Bilancio. L’attesa è grande e soprattutto siamo tutti curiosi – e timorosi – di sapere che cosa cambierà per quanto riguarda le pensioni.
Una cosa è certa: la legge Fornero ci terrà compagnia ancora per un altro anno. Non ci sono abbastanza risorse economiche per cancellarla e favorire una maggiore flessibilità in uscita. L’Esecutivo, infatti, per la prossima legge di Bilancio non potrà spendere più di quel che effettivamente ha.
Non si potrà più fare extra deficit ma, anzi, l’Italia è chiamata a rientrare almeno in parte del suo attuale debito. Dunque tutto non si potrà fare e qualche “sforbiciata” inevitabilmente ci sarà. Gli esperti del settore già avanzano le prime ipotesi che, a qualcuno, come ogni anno, faranno storcere il naso.
Pensioni 2025: ecco le possibili novità
A settembre non ricomincia solo la scuola ma riapre anche il Parlamento e, a breve, il Governo dovrà esporre la prima bozza per la prossima legge di Bilancio. Il nodo più difficile da sciogliere resta sempre quello delle pensioni. Si prevedono novità importanti su questo fronte.
Per la prossima legge di Bilancio il Governo avrà a disposizione meno di quanto credeva: non più di 20 miliardi di euro la maggior parte dei quali serviranno per confermare il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35.000 euro, l’abbassamento delle aliquote Irpef e gli aumenti ai dipendenti della Pubblica Amministrazione.
Va da sé che per le pensioni resterà ben poco. Anzi: si prevedono tagli in modo da rimpolpare un po’ le casse dello Stato. La sforbiciata più pesante potrebbe interessare Quota 103. Secondo le prime ipotesi questa misura potrebbe essere riconfermata ma con tagli sugli assegni di circa il 20%.
Stesso discorso potrebbe valere anche per Quota 41. No a Quota 41 per tutti come da tempo chiede la Lega. Quota 41 potrebbe essere riconfermata anche per il 2025 ma con una bella sforbiciata sull’importo degli assegni previdenziali mensili. Anche Opzione donna potrebbe subire qualche “aggiustamento” in modo da ridurre la platea della beneficiarie che già è stata ampiamente ridimensionata a partire dal 2022.
Pare probabile se non certa la riconferma di Ape sociale che, come tutti ormai sappiamo, si rivolge a pochissime categorie e comporta una riduzione della pensione che non può mai superare i 1500 euro al mese fino al compimento dei 67 anni. Per quel che riguarda la pensione anticipata ordinaria, invece, si ipotizza un allungamento delle finestre di uscita che potrebbero passare da 3 a 7 mesi.
In compenso, tuttavia, stando alle prime indiscrezioni, il Governo potrebbe decidere di premiare con un bonus coloro che decideranno di restare a lavorare fino a 71 anni anziché andare in pensione a 67, come previsto dalla legge Fornero.